Vitrectomia

Vitrectomia

La vitrectomia è l’intervento principale nella chirurgia del segmento posteriore. È il gold standard.  La vitrectomia è la definizione della rimozione (parziale o completa) del vitreo. Il corpo vitreo è il materiale gelatinoso fibrillare che riempie il nostro occhio. La chirurgia vitreale è da anni oggetto di una evoluzione tecnologica di strumentazioni e di tecniche tali da non avere paragoni nelle restanti chirurgie oculari. La vitrectomia rappresenta in realtà una famiglia di interventi chirurgici molto diversi tra loro e tutti accomunati dalla rimozione meccanizzata ad alta frequenza del corpo vitreo dal suo interno mediante sistemi di ingrandimento a visualizzazione diretta attraverso il sistema oculare stesso. Le vitrectomie ,nelle loro varianti, permettono di curare molte malattie del primarie vitreo e della retina (distacco di retina, foro maculare, trazione vitreomaculare, emorragie vitreali e emovitreo, proliferazioni diabetiche,malattie sottoretiniche, biopsie e molte altre): Il chirurgo vitreoretinico è spesso chiamato in causa medianti interventi di vitrectomia in esiti di altri interventi comlicatisi: complicanze della cataratta con affondamento della cataratta nel vitreo, rottura della capsula , irregolare posizione del cristallino, sanguinamenti vitreali dopo interventi di glaucoma, emorragie coroideali, infezioni acute o croniche con endoftalmite o vitreite e molte altre patologie secondarie ad altri interventi che si complicano per interessamento del corpo vitreale).   Spesso il vitreo è interessato da traumi perforanti e condizioni di lacerazioni oculari in urgenza. In tali casi la chirurgia traumatologica oculare fa uso spesso della chirurgia endovitreale.

Negli ultimi anni la chirurgia vitreoretinica si è evoluta verso la chirurgia mininvasiva riducendo sempre più il diametro degli strumenti chirurgici che permettono di operare il vitreo e la retina, minimizzando il trauma chirurgico e migliorando i tempi di recupero.  Oggi nella chirurgia maculare ( cura  malattie quali il pucker maculare, il foro maculare, le trazioni vitreo maculari, la schisi maculare, l’optic pit ecc) si tende ad utilizzare la vitrectomia mininvasiva. Essa è espressione dell’evoluzione tecnica del chirurgo che passa ad utilizzate strumenti sempre più piccoli e di conseguenza più delicati nelle manovre sui tessuti retinici. Il diametro degli strumenti viene espresso in Gauge.Più è elevato il Gauge (25-27 o 29 ) più è piccolo il “calibro” degli strumenti inseriti dentro il nostro occhio quali pinze sonde, aspiratori, vitrectomo, forbici, manipoli laser. Più piccolo sarà il calibro, più piccolo sarà il taglio sulla Vostra sclera e in genere nella chirurgia microinvasiva si traduce nella possibilità di non mettere punti di sutura sulle piccole incisioni oculari. La chirurgia retinica moderna si basa sull’utilizzo di sistemi di accesso detti trocar. Essi permettono di creare piccoli tunnel attraverso la sclera (tunica bianca che avvolge l’occhio a lato della cornea). I trocar permettono al Vostro chirurgo di inserire gli strumenti nell’occhio e poi di vederli attraverso la cornea del paziente e manipolarli utilizzando delle lenti di ingrandimento telescopiche ed una fibra ottica per illuminare dall’interno il bulbo oculare. Questa tecnica è utlizzabile in tutta la chirurgia vitreo retinica. Varia nel suo diametro da 23 Gauge (detto 23G) nella chirurgia estesa della retina quale il distacco retinico, la retinopatia diabetica, le emorragie vitreali, sino a 25G o 27 G nella vitrectomia minvasiva o microinvasiva per chirurgie in punti più limitati della retina come nel pucker maculare, nel distacco focale, nel foro maculare etc. Un chirurgo esperto riuscirà a gestire in modo efficace anche casi complessi mediante chirurgia 25 & 27G. Durante l’intervento la retina può essere slaminata con pinze, forbici e spatole , per asportare tessuti irregolari o distendere la retina. In genere per muovere e distendere la retina bisogna staccare il vitreo che le sta al davanti, sbricciolandolo in piccoli filamenti aspirati con il vitrectomo attrraverso sitemi di suzione meccanizzati. Intanto il chirurgo infonde nell’occhio liquidi salini bilanciati BSS per mantenere il volume costante dell’occhio. In alcune fasi chirurgiche il chirurgo utilizza liquidi pesanti che premono e comprimono la retina distendedola sotto miscele varie che possono essere liquide (perfluorocarbonato PFCL, olii di siliconde di diversa densità), aeree o gassose (gas a diverso peso molecolare). Tali liquidi sono utili specie nella chirurgia del distacco retinico per ridistendere una retina malata che si sia rotta e si sia sollevata per effetto del Vostro vitreo che le va a filtrare al di sotto, staccandola progressivamente di più se non si interviene in tempi rapidi. Riattaccare la retina permette di ricostruire una anatomia topografica corretta dei tessuti oculari. Questo è il primo passaggio che permette alla retina di riprendere un adeguato nutrimento dai tessuti coroideali vascolari sottostanti. Questo permetterà ad alcune delle cellule retiniche una ripresa della loro funzione. Ripresa che a volte sarà parziale, a volte sarà completa e alcune volte può essere scarsa ma comunque fondamentale per conservare parte della vista.